La realizzazione di gioielli in oro è una pratica che trova riscontro in epoche antichissime, come documentato da ritrovamenti archeologici d’inestimabile bellezza.
La vera svolta di modernità, il balzo in avanti nella crescita del settore orafo, si deve al popolo Miceno che nel ventesimo secolo A.C. inventò e sviluppò l’attività di fusione e saldatura del prezioso metallo.
Nel corso dei secoli le tecniche di lavorazione dell’oro non hanno subito grandi modifiche e questo ha permesso di affinare e migliorare le metodiche affrancandole a un livello di qualità altissima.
L’universo orafo è costellato da eccellenti specialità artigianali che sono frutto d’ingegno e grande manualità. Ognuna di esse ha una denominazione particolare che di seguito tratteremo, per dare una panoramica delle terminologie e caratteristiche, utili a riconoscere e magari acquistare, il gioiello ideale.
L’oro e il suo colore
Il colore del prezioso metallo è frutto della lega che è utilizzata per la sua realizzazione. In commercio troviamo diversi colori che sono:
-oro verde
-oro giallo
-oro rosa
-oro rosso
-oro bianco
-oro nero
Ad accezione dell’oro bianco che ha nella sua composizione nichel, argento e palladio e dell’oro nero, composto con il cobalto, tutti gli altri colori sono formati da argento e rame in proporzioni diverse.
Oro decorato
Le tecniche decorative nascono con molta probabilità dallo sviluppo del commercio e dalla successiva abbondanza di tutte le materie prime che iniziarono a giungere nel mondo evoluto dell’epoca, in paesi come l’Egitto, la Mesopotamia e la Persia. Grazie al fiorente commercio nacquero nuove categorie di artigiani, come appunto gli argentieri e gli orafi.
Oro lavorato a sbalzo
Tecnica antichissima addirittura risalente a oltre 4000 anni, consiste nel martellare la lastra d’oro sino a darle la forma desiderata. I martelli usati avevano fogge differenti tra loro per ottenere forme diverse. Un processo di martellatura più raffinato e quindi molto artigianale aveva come risultato pezzi considerati vere e proprie opere d’arte. Nato e diffuso per la realizzazione di oggetti sacri e religiosi, ha poi trovato estimatori anche nella realizzazione di gioielli per il pubblico femminile.
La cesellatura e l’incisione dell’oro
La superfice dell’oro può essere decorata con incisioni e cesellature. Per l’incisione il mastro orafo usa strumenti a taglio, capaci di asportare piccole e sottili strisce di metallo. La cesellatura invece è data dalla scultura sulla superficie mediante uno strumento con la punta smussata che è ripetutamente battuta da un martello. Entrambe le tecniche artigianali sono utilizzate per abbellire gli oggetti preziosi.
Opacizzazione, ossidazione e attacco chimico
Sui metalli preziosi in particolare l’oro, per dare movimento e profondità al colore magari troppo piatto, sono scurite alcune zone attraverso un attacco chimico, che lascia intatte le parti circostanti. Questa procedura era spesso utilizzata sulle armature e sulle armi, in particolare sulle parti d’acciaio.
L’opacizzazione consiste nel creare appunto zone opache, lasciando riflettente lucentezza alle restanti superfici ed era realizzata imprimendo disegni formati da sottili linee tratteggiate. L’introduzione dell’ossidazione tramite zolfo è risalente all’ottocento, pratica principalmente impiegata sull’argento.
Doratura e intarsio
La doratura è il rivestimento con un sottile strato d’oro di qualsiasi comune metallo. L’intarsio invece è l’inserimento di un qualunque metallo incastrato appunto con determinati disegni su una superfice di differente metallo.
Quando per l’intarsio sono utilizzati fili d’oro o d’argento, questa tecnica è chiamata damaschinatura. Il nome deriva da Damasco, la città siriana e proprio in quel luogo le popolazioni arabe nel periodo medioevale, perfezionarono la tecnica rendendola molto fiorente.
Filigrana e granulatura
Esistono altre tecniche per creare effetti decorativi dati dal “metallo sul metallo”. Due tra le più importanti sono la granulazione e la filigrana.
La granulazione utilizzata dai gioiellieri, consiste nell’applicazione di piccole sfere d’oro poste a caldo su una superficie metallica attraverso un’invisibile saldatura.
Col termine filigrana s’intende la tecnica orafa che lavora sottili fili d’oro o d’argento. I fili sono intrecciati e ritorni e in seguito applicati “a giorno” o anche rifiniti a “traforo”.
Un mondo, quello dell’arte orafa, che affonda le sue radici nell’antico passato, capace però di rimanere contemporaneo grazie alla sapiente inventiva dei maestri artigiani, che con dedizione tramandano il loro sapere.